BASKETBALL

Pozzecco, l'elogio di Specchia: "E' la sua rivincita"

Le osservazioni sull'allenatore Azzurro: "Il migliore possibile per questi ragazzi folli, coraggiosi e a volte geniali come lui".

Getty Images

"Quando l'Italia gioca da squadra non ce n'è per nessuno" è la sentenza di Giorgio Specchia nel suo corsivo su 'La Gazzetta dello Sport' "Ieri in pochi si aspettavano che gli Azzurri superassero i fenomeni della Serbia imbattuti nella prima fase, ha fatto la differenza l'orgoglio di un gruppo che, come al Pre-olimpico di Belgrado due anni fa e all'Europeo di Berlino un anno fa, ha sgretolato le certezze di chi crede la forza di una squadra di basket determinata dal numero dei suoi giocatori NBA".

Fari puntati su coach Pozzecco, la qualificazione ai quarti di finale è a portata di mano e dipenderà dello scontro contro Porto Rico domattina: "Il presidente federale Gianni Petrucci ha fatto una scelta coraggiosa strambando da Sacchetti a Pozzecco, ma il vento è cambiato perché lui è il CT migliore possibile per questi ragazzi che sono pronti a buttarsi nel fuoco per lui; non ci dorme la notte, li protegge, ne ha creati alcuni a sua immagine e somiglianza, come Spissu. Folli, coraggiosi, a volte geniali: mai domi quando tutto sembra perduto, da -16 a +1 in 8'. Bogdan Bogdanovic e Nikola Jovic, le loro stelle 'americane', sono state a guardare: la Serbia non ha espresso il sacro fuoco della scuola tradizionale 'plava'. E' la rivincita di Pozzecco, dopo le giuste critiche ricevute per l'espulsione contro la Repubblica Domincana che ha lasciato soli i giocatori: ne ha sofferto, lui è uno di loro e gioca sul filo delle emozioni".

"Pozzecco è diventato un grande allenatore, con lui non vedremo un quintetto tradizionale: ci ha fatto scoprire che non è obbligatorio schierare un lungo autentico, il caro vecchio 'centro': per vincere basta e avanza il dinamismo di Melli sotto canestro. E alla fine le statistiche rivelano: l'Italia ha concluso con due rimbalzi in più della Serbia, 36 a 34. A Pozzecco piacciono i cestisti con le mani calde (11 tiri da tre) e con il cuore grande: non importa se sono da NBA, adesso fa meno male pensare che poteva esserci Paolo Banchero, al Mondiale con gli Stati Uniti, dove è nato. E pazienza se non ha ancora il passaporto Darius Thompson, sposato con una ragazza brindisina: accontentiamoci di questa Nazionale di italiani 'veri', va benissimo Marco Spissu da Sassari, play della Reyer Venezia" è la chiusura tutta di orgoglio, con un pizzico di 'veleno'.

 

 

 

 

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