NAZIONALE ITALIANA

Paolo Ghisoni sulla Nazionale: “La leadership si costruisce”

Nel corso dell’appuntamento con Maracanà, Paolo Ghisoni non ha dubbi: “ È un cane che si morde la coda: abbiamo un movimento in mano a troppi stranieri, che tolgono spazio ai nostri giovani"

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Nel corso dell’appuntamento con Maracanà, Paolo Ghisoni, giornalista ed attuale direttore e La Giovane Italia, ha detto la sua riguardo la situazione della Nazionale Italiana a poche ora dalla complessa sfida contro l’Ucraina. Riguardo i diversi abbondi dal ritiro azzurro, Marco Piccari e Stefano Impallomeni insieme ad Antonio Di Gennaro e Ghisoni, hanno commentato questa abitudine.

Ecco, però, le dichiarazioni del direttore de La Giovane Italia: “Posso soltanto aggiungere una considerazione che fa molto ridere, ma è veritiera, sul siparietto tra Gattuso, Lippi e Galliani. Quando costruirono la famosa squadra che vinse il Mondiale, il ct era contento di avere con sè anche gli infortunati. Gattuso, ad esempio, andava in ritiro nonostante le pessime condizioni fisiche e Galliani ogni volta doveva chiamare Lippi per convincerlo a farlo rimanere a casa. Questo era il clima di affezione che c’era nel 2006. Ora siamo lontani anni luce, ma non per demerito di Spalletti. Diciamo che i rapporti club, Federazione o comunque Nazionale sono sempre stati a dir poco burrascosi. Dopo Mancini ora c'è un vuoto di potere evidente, soprattutto nel periodo dell’anno, degli obiettivi imminenti, ma anche a livello di condizione dei giocatori e dei possibili leader della squadra. Ma vi chiedo: ci sono dei leader? Io poi sinceramente sono stufo di leggere le disamine di Sacchi, che sono diventate delle retoriche. Ma avete visto su che campo giocavamo? Anche la Macedonia era nelle nostre condizioni, ma a differenza dell'Italia non doveva vincere per forza: hanno conquistato un pareggio e sembrava avessero vinto il Mondiale".

Prosegue poi nel corso dell’intervento Ghisoni: “La leadership si costruisce. Faccio l'esempio di Chiellini: ha vinto gli Europei U19 e chiedevano al ct, a quel tempo Paolo Berrettini, come potesse giocare titolare uno con quei piedi. La leadership di Chiellini ora la discute ancora qualcuno? Non credo. Si costruisce con gli errori, con l'esperienza internazionale, con tante partite concesse ai ragazzi che, in questo momento, sono il futuro della Nazionale. Ma lo ripeto, è un cane che si morde la coda: abbiamo un movimento in mano a troppi stranieri, che tolgono spazio ai nostri giovani. Negli altri Paesi, ad esempio in Inghilterra, quando vai a giocare hai un curriculum con un punteggio minimo, in base alle presenze tra club e Nazionale, per essere così considerato uno "straniero di valore". Da noi invece, con questo abominevole decreto, vale tutto. Faccio un appello ad ogni appassionato di club: guardate l’andirivieni di figure nella rosa a livello stranieri”, riporta Tuttomercatoweb.

 

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