Tadej Pogacar punta a entrare nella storia del ciclismo: se a Bergamo dovesse alzare ancora una volta le braccia al cielo sarebbe l’unico corridore ad aver vinto il Lombardia tre volte di seguito. Non sono riusciti nell’impresa gli altri che possono vantare tre successi nella classica delle foglie morte: Sean Kelly, Gino Bartoli, Henri Pélissier, Costante Girardengo, Gaetano Belloni e Damiano Cunego. Partono con l’obiettivo della vittoria anche due altri grandi del ciclismo attuale: Primoz Roglic, alla sua ultima gara con la Jumbo-Visma, e Remco Evenepoel.
La sfida è assicurata, ma chi tra loro è il favorito? La Gazzetta dello Sport lo ha chiesto a quattro campioni italiani che tutti insieme il Lombardia lo hanno vinto nove volte: Michele Bartoli (2002-2003), Damiano Cunego (2004 e 2007-2008), Paolo Bettini (2005- 2006) e Vincenzo Nibali (2015 e 2017).
Per Nibali il punto decisivo della corsa sarà la salita del Ganda, che potrebbe lanciare Pogacar. “Non mi è sembrato super nelle ultime corse, però può inventarsi qualsiasi cosa. Così come Evenepoel, che nella giornata secca a volte è davvero immarcabile” ha dichiarato. Il punto di forza di Roglic sarà invece la squadra.
Sicuro della vittoria di Roglic è invece Bartoli. “È il più in forma e ha qualcosa in più pure a livello tattico”. Ma quello con la formazione migliore in questo momento, secondo lui, è Pogacar: “può contare sulla squadra maggiormente competitiva, più della stessa Jumbo”. E invita a fare “attenzione alla Soudal-Quick Step: come mostrato da Van Wilder alla Tre Valli e da Bagioli al Gran Piemonte, hanno una motivazione extra”. Incerta però è la condizione di Evenepoel.
Punta su Roglic anche Paolo Bettini, che di lui dice: “è il vecchietto in mezzo a questi ragazzotti fenomeni, ma ha più esperienza”. Molto critico, invece, nei confronti di Evenepoel che per lui “ha poca strategia, vince e stravince quando tutto gli va bene, spinge i watt e stacca tutti, ma questa non è tattica. È un fenomeno, però gli manca il mestiere, e se gli metti pressione perde la logica”. Il ‘grillo’ però riconosce che “in ogni caso Remco è talmente forte che può vincere, perché come la Liegi ha il Lombardia nel Dna”. E su Pogacar, “non è il Tadej che conosciamo”.
Fa il nome di Roglic anche il ‘Piccolo Principe’ Cunego: “Mi incuriosisce di più, si gioca bene la strategia e all’Emilia è l’unico che ha fatto lo sprint con le mani basse”. La “classe infinita” di Pogacar e “il gruppo più forte” potrebbero bastare al corridore della UAE Team Emirates a sopperire la mancanza di una condizione eccezionale. E su Evenepoel, afferma, “sa come prepararsi, ma la squadra mi sembra inferiore”.