Ha un sapore agrodolce il secondo posto ottenuto dall'Italia agli Europei di Roma, ammette nell'intervista a 'La Repubblica' Fefè De Giorgi: "Tutte le medaglie costano fatica, il problema è che il bronzo lascia una sensazione differente dall'argento, perché hai vinto, e non perso, una finale; la Polonia ha fatto una grande partita, chi vorrà vincere in futuro deve fare i conti con lei (e con noi). Ha dato un punto di riferimento, noi possiamo giocare così: noi dobbiamo creare anticorpi mentali per avere maggiore efficienza. Pensare che abbiano avuto una grande giornata è un alibi, ci serve lavorare con umiltà e consapevolezza, in fondo abbiamo giocato tre finali in tre anni e perso una partita su venticinque, un dato che fa capire il valore del ricambio intrapreso".
La testa è già rivolta ai Giochi Olimpici, per lui spesso indigesti: "Ho preso parte solo alle Olimpiadi di Seul con Carmelo Pittera, al momento delle convocazioni Julio Velasco, pur essendo parte del gruppo, mi escludeva. Parigi? Sappiamo che non siamo i migliori, ma lo sanno anche gli altri; nessuna squadra domina, ma siamo competitivi. Questa finale deve essere uno stimolo e non un rimorso, se lavoreremo bene e cresceremo, ci giocheremo le nostre chance, altrimenti arriveremo quinti. Un anno fa abbiamo perso con Francia e Polonia in VNL, ci siamo rinchiusi a Cavalese a lavorare e speravamo di ritrovare quelle squadre al Mondiale in modo da fare vedere loro i nostri miglioramenti, così è stato".
Senza addentrarsi nella questione Nazionale femminile, la ricetta di un allenatore 'aggancia' egoismi, regole e valori: "Un allenatore deve avere in mano la squadra, conoscere un po' le dinamiche interne; non ho parlato con Davide di Egonu. In una squadra si deve inserire la parte egoista senza perdere il talento, è evidente che ci sono giocatori con un pizzico di egocentrismo, sembra che tutto debba ruotare intorno a loro; l'egoismo è sano, nasciamo egoisti, ma gli egoismi individuali si realizzano tramite gli altri, per questo servono i valori. Il rispetto è l'ancora dei rapporti umani, da quello dobbiamo trarre la forza che ci permette di migliorare".