Enzo Raiola, intervistato da Tuttosport, parla così dell'esordio di Gigio Donnarumma con il Milan e di come andò la vicenda: "Le svelo un retroscena: già l’anno prima, con Inzaghi, c’era stata la possibilità che debuttasse nell’ultima di campionato con l’Atalanta (30 maggio 2015, ndr). Poi è arrivato Mihajlovic e l’ha preso a cuore perché lui fiutava subito il talento. E qui gliene racconto un’altra: un giorno io e Mino eravamo a Milanello e Sinisa si avvicinò e ci disse: “Mi sono convinto, deve giocare il ‘bambino’...”. Perché in partitella, dove gioca Gigio, gioca meglio la squadra. E succede anche quando inverto i portieri”. E gliene dico pure un’altra: Galliani e Mihajlovic dovettero fare una grande pressione sul presidente Berlusconi per convincerlo. Non perché non credesse in loro, ma perché c’era un signor portiere che era Diego López ed era un bagno di sangue per la proprietà metterlo fuori, visto quanto guadagnava lo spagnolo. Alla fine, ha vinto la volontà di Sinisa e Galliani, Gigio ha debuttato e si è tenuto il posto da titolare, tanto che poi López venne ceduto".
Gigio è diventato subito grande, con quel “Dollarumma” e la contestazione in Under 21...
"Brutto episodio: ci si giocava un Europeo e i pochi tifosi andati lì in Polonia fecero quel gesto. Gianluigi l’ha subita, nonostante Di Biagio fece di tutto per tenerlo in una bolla. Ma il discorso che voglio fare è un altro e molti, visti i fischi che Donnarumma ha preso anche a San Siro in Italia-Ucraina, non vogliono ancora capirlo. Noi siamo entrati al Milan con Berlusconi e Galliani, con cui aveva firmato il primo contratto. Poi è arrivato Yonghong-Li che a Mino non è mai piaciuto. Lui è sempre stato attento alla situazione societaria che circondava i suoi assistiti per tutelarli: Pavel Nedved, per esempio, lo portò dalla Lazio alla Juve quando capì che Cragnotti avrebbe avuto dei problemi. Allo stesso modo, Mino aveva moltissimi dubbi sul Milan cinese e mi sembra che il tempo gli abbia dato ragione. Noi però abbiamo comunque rinnovato il contratto nonostante i 4-5 più grandi club al mondo volessero Donnarumma in modo davvero insistente offrendogli, tra l’altro, tantissimi soldi in più. E sa perché? Perché Gianluigi non ha voluto lasciare la squadra che lo aveva cresciuto. Però ha chiesto che il Milan avesse ambizione. Purtroppo i risultati scarseggiavano, c’erano casini e siamo arrivati alla fine della storia".