La lanciatrice Daisy Osakue, scatenata nello scorso weekend a Caorle come accompagnatrice della rappresentativa piemontese ai Campionati Italiani Cadetti e capace di raggiungere la finale ai Mondiali di Budapest in agosto. Ai canali Fidal l'azzurra si è raccontata.
A domanda diretta, risposta chiara. Europei di Roma ’24 occasione della vita? “Sì - è sicura Daisy -. È un’opportunità che non vorrei farmi sfuggire: all’Olimpico ci sarà tutta la mia famiglia, i miei amici, mi vengono i brividi soltanto a pensarci. Conoscendomi, però, so che devo abbassare ‘i fuochi’, per arrivare al prossimo giugno concentrata, con il giusto livello di foga, senza rovinare tutto con l’ansia e con le aspettative troppo elevate. Quindi incrocio le dita e mi dico… take it easy!”. Trovata stabilità su misure intorno ai 63-64 metri, ora serve il salto di qualità per puntare alle medaglie continentali e ai primi otto posti alle Olimpiadi di Parigi. “Abbiamo già iniziato a progettare - spiega la torinese delle Fiamme Gialle - mi sono portata dietro l’infortunio pre-Tokyo che ha limitato la preparazione. Ora stiamo cominciando a reinserire i pezzi del puzzle. Con il team vogliamo crescere dal punto di vista fisico, mentale, spirituale…”
“Sono sempre stata molto autocritica non accettavo di dare il 98%, mettevo il muso quando non andava. Ho fatto un grande lavoro con la mia mental coach che mi ha aiutato a costruirmi una corazza di positività e credo si sia visto il cambiamento di quest’anno: una stagione col sorriso costante è stata importante”. Tante novità, ma i punti fermi non cambiano. “Ho visto che in tanti hanno cambiato allenatore, e ci sta: arriva un momento in cui le aspettative dell’atleta e del tecnico vanno in contrasto, e quindi si rompe quella catena di fiducia. Io sono molto “loyal”, fedele, come tutti i capricorni. Ho trovato il mio equilibrio con Mary Marello: se va a destra io vado a destra, se va a sinistra io vado a sinistra”.